Halloween
La testa annebbiata dalla paura. Tutto sempre di corsa. Pulire, pulire, pulire: solo quello, dal mattino alla sera. A cosa vale tenersi un poco di libertà, ridotta per giunta a briciole di ore, quando quell’omaccione mi reclama già dietro al bancone di Prugnolo Selvatico per preparagli la pentolata di finocchi e patate a Sera oramai inoltrata?! Quel bancone però mi ammalia sempre! Decorato con i rilievi delle Dee Dana e Aine che osservano benevole uomini dediti al raccolto abbondante. Quanto Poteen deve assumere per crollare e lasciare che questo posto diventi la degna Sala da Tè del quartiere più nobile di Irlanda?! E non una denigrata distilleria clandestina, per via della gran testardaggine di Flaith (così bisognava rivolgersi a quell’omaccione di Padrone) e delle oscure storie occultate…
La bottiglia di Poteen con il bicchiere del Flaith, riluceva alla fioca luce delle candele. Guardavo il locale, il “Grand Guignol” e ne vedevo una bellezza nascosta, un gioiello macabro eppur seduttore. Sapevo che quelle bottiglie recavano una storia, così come quelle pietre portanti. Lo specchio, il lampadario con mille gocce cascanti, il tavolo lucido in Quercia, lenzuola rosa poggiate quasi per caso su seggiole imbottite. Sidro, whiskey e quelle latte di Tè color verdone e bordeaux. Un vestito bianco svettava dal bancone. Era ricamato con la tecnica dell’Irish Crochet da mani sapienti e artigiane per cui avevano dedicato ore ed ore di intenso impegno. Del resto, era un lavoro molto diffuso ai tempi della carestia del 1840: ne sentii il racconto da una delle mie nonne! L’Uncinetto Irlandese fa portare la pagnotta in tavola, cantilenavano!
Quel vestito riassumeva la storia del “Grand Guignol”, il nome del locale. Non v’era bisogno di recarsi a Parigi per assistere a qualche serata di buffa follia. C’è chi parla di grottesco, chi di bisogno di esorcizzare, di perversione e rughe macabre che sottendono a scenette di gusto alternativo, vivibili regolarmente, e caldamente pubblicizzate dal Flaith. Ma in questo sapore che sa di oscuro vi è la necessità di una ribellione sottile, con lo scopo di far evadere l’anima, liberare la frustrazione.
“Innis scéal, abair amhrán, cum bréag, nó gabh amach” (Tell a tale, sing a song, make up a lie, or leave). – [n.d.r. Racconta una storia, canta una canzone, inventa una bugia o và!]
Phelim Brady irrompe nel salone svegliandomi di soprassalto, ipnotizzata dalla bottiglia di Poteen. E pensare che non ne avevo preso nemmeno una lacrima! D’altronde ero astemia!
Quel bel Bardo ha una cera stupenda che s’intona con la caducità delle foglie d’Autunno. Il mio buono e vecchio amico. Sa sempre quando ho bisogno di sentire qualcosa di caro… e giunge al momento opportuno!
“Ascolta i lamenti di un vecchio arpista irlandese
e non disprezzare le melodie (suonate) dalla sua vecchia mano stanca
ma ricorda che le sue dita un tempo potevano muoversi più agilmente
per innalzare i canti della sua povera terra natia”
-Che maschera indosserai?
-Ne dobbiamo già portare tante, nevvero Phelim?
-Se hai finito di lucidare siedi accanto e prova anche tu a cimentarti nei lamenti, in queste notti che precedono Samain. (n.d.r. 31 Ottobre – 1 Novembre; uno dei periodi in cui era suddiviso l’anno nell’era pre-cristiana secondo l’usanza irlandese)
Quale sarebbe stata la maschera? Con questa idea che presto sarebbe diventato il cruccio predominante durante le sessioni interminabili di pulizia evocai :
“Joe hai trovato il tesoro? Joe hai trovato il tesoro?
Un uomo avaro lì, nella vecchia e rovinosa casa, nascose un tesoro
Joe hai trovato il tesoro? Joe hai trovato il tesoro?
Quella casa possedeva un mulino
Joe hai trovato il tesoro? Joe hai trovato il tesoro?
Il fantasma di quell’uomo fece una croce per trovare il tesoro
Joe hai trovato il tesoro? Joe hai trovato il tesoro?
Ogni notte Joe scavò ascoltando quell’uomo
Joe hai trovato il tesoro? Joe hai trovato il tesoro?
Del mulino non rimase più nulla, solo cumuli di scavi e le mani callose di Joe”.
[adattamento tratto da “Storie di fantasmi per il dopocena” di Jerome K. Jerome]
Pizzicava quell’arpa come se stesse preparando il Sidro. Chissà quanti anni in realtà avesse. Me lo chiedevo spesso ma a quella domanda ero ben conscia che non vi sarebbe stata risposta.
“Un dramma così variegato, non temete,
Non sarà scordato!
Col suo Fantasma per sempre inseguito
Da una folla che mai non l’afferra,
In un cerchio che sempre ritorna
Nello stesso identico punto,
E molta Pazzia, e ancor più Peccato,
E Orrore animano la trama.
[…]
Spente, spente le luci, tutte spente!
E sopra ogni forma fremente,
Funebre sudario il sipario
Vien giù con fragor di tempesta,
E gli angeli pallidi esangui,
Levandosi, svelandosi, dicono
Che quella è la tragedia “L’Uomo”,
E il Verme Conquistatore, l’eroe.” (tratto da Il verme conquistatore di E. A. Poe)
Quella macabra pazzia di Edgar Allan Poe io l’adoravo. Non vi erano le consuete tracce di orrore che spesso oggi si ritrovano, non c’è nemmeno quella ossessione da manicomio che s’incontra tra la gente quando si ha a che fare con una diversa normalità. C’è la bellissima controversa psicologia fine di una pazzia che combaciava con una intelligenza da maestro. Lo condusse ad una vita oggettivamente povera ma di gran classe secondo i canoni d’un arte di cui lui stesso pose le fondamenta.
-La notte è fugace presto tornerai al lavoro!
-Buon Phelym, di già ti assenti?
-Sì, tu prepara il “Grand Guignol” per il 31 di Ottobre, e scegli la tua maschera. Vedrai cosa ti preparerò. E quelli della tua specie, gli umani, qui verranno ad assaggiare il più buon Sidro, il miglior aromatico Irish Mist, i preziosi Tè, e sentiranno i fantasmi di questo posto, rideranno di alcuni e palpiteranno per altri, respireranno il profumo di Brigid… intanto ti conviene spegnere il fuoco sotto quella bella pentola di alluminio, finocchi e patate saranno quasi bruciati!
-Oh Santo Poe, erbe e spezie mi aiutino con il pasto del Flaith! Ci sarà da ridere, nevvero? Accorda l’arpa piuttosto! Questo posto ha più di mille anni, spolverarli tutti per il 31, un’impresa! Ci vediamo alle 21.00 in Via Vitani, 32 a Como, il 31 di Ottobre!
Il nostro rituale, ricordare cose scontate, ma ad Halloween si sa, tutto può succedere!
erica g.